Investire nel Tartufo, realizzare una tartufaia

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Amanti della buona cucina e dell'aria aperta? Dite la verità, almeno una volta nella vostra vita, avete pensato a quanto bello e profittevole sarebbe avere una tartufaia sotto casa.
 
La prima buona notizia, è che le aree potenzialmente attive nella produzione di tartufi sono praticamente infinite.
 
Abbiamo chiesto a Tartuficoltori Riuniti di raccontarci tutto quello che serve per mettersi in affari con i preziosi tuberi.
 
Cos'è il tartufo
 
Prima di tutto, cerchiamo di compredere cos'è precisamente un tartufo.
 
Il tartufo è un fungo a tutti gli effetti, appartenente alla famiglia degli ipogei, ovvero dei funghi sotteranei.
Come tutti i funghi, si riproduce mediante spore che possono svilupparsi in ambienti umidi.
 
Prive di clorofilla, i funghi si nutrono di altre sostanze prodotti da organismi animali o vegetali e, a seconda del tipo di micote, stabiliscono un rapporto di parassita, saprofita (ovvero si nutrono di piante morte) o in simbiosi.
 
Come partire
 
Per iniziare basta davvero poco: un terreno adatto allo scopo, un pò di pazienza e pochi soldi da investire per l'analisi del terreno e per acquistare le prime piante infestate dal tartufo.
 
Il terreno ideale spesso è un terreno poco redditizio per altre tipologie di colture, perchè magari situato in zone collinari o costituito da terreni sassosi o difficilmente raggiungibili da mezzi agricoli.
 
La disponibilità potenziale in Italia è pressochè totale: le uniche aree escluse dalla produzione di tartufi sono infatti quelle paludose, le aree sopra i 1000 metri sul livello del mare e ovviamente le zone sabbiose.
 
Tutte le altre aree sono potenzialmente infestabili dalle spore del tartufo.
 
 
Le Piante necessarie
 
Il tartufo è una piante che predilige alcune tipologie di alberi piuttosto che altre, in grado di consentire ai funghi di potersi sviluppare alla base della pianta, l'area che solitamente resta la più umida
 
Tra le piante più diffuse e semplici troviamo il Nocciolo, che consente anche di produrre frutta secca, il Pino, il Leccio e la Roverella, che sono piante spesso utilizzate anche per la produzione di legna da ardere e pellet.
 
Come intuito, avere una tartufaia non costituisce elemento esclusivo, ma possiamo benissimo integrarla in altre tipologie agricole.
 
Le piante appositamente infettate dalle spore di tartufo, vengono trapiantate nei terreni da trasformare in tartufaie e richiedono un tempo di attecchimento che solitamente varia intorno ai 3-4 anni mentre l'apice produttivo arriva tra l'undicesimo e il tredicesimo anno mentre restano produttive da 40 a 80 anni a seconda del tipo di pianta.
 
Diversamente da altre produzioni agricole, una tartufaia non richiede particolari lavori: è possibile infatti lasciare un terreno apparentemente incolto, senza necessità di praticare manutezioni, sfalcio di erbe infestanti o altro.
 
L'unica operazione richiesta è la raccolta del tubero.
 
Rendita e quotazione del tartufo
 
Il tartufo, come sappiamo, è decisamente costoso.
 
A seconda della qualità e della varietà e del peso del singolo tubero, abbiamo una differenza di prezzo e quotazione cosi definita.
 
Scorzone e Bianchetto, ovvero qualità bassa, da 180 a 250 euro al Kg a seconda della taglia del tubero, solitamente compresa tra 15 e 50 grammi.
 
La qualità pregiata, ovvero tartufo bianco e tartufo nero, hanno quotazioni che vanno da 500 a 750 euro al kg per la varietà nera, da 1200 a 3000 euro al kg per la varietà bianca.